Il parco sommerso di Baia è un esempio unico nel suo genere di protezione archeologica subacquea.
Il fenomeno vulcanico del bradisismo ha provocato negli ultimi 2000 anni l'inabissamento della costa romana di circa 6/8 metri. L'intera zona costiera dei Campi Flegrei era una fiorentissima meta di villeggiatura dei patrizi romani, resa alla moda dal Pausilypon, la villa imperiale che dette il nome al Promontorio di Posillipo.
Un'intera città inabissata che vede fra gli ambienti di maggiore pregio il ninfeo di Punta Epitaffio, una sala per banchetti risalente all'epoca dell'imperatore Claudio, le cui statue sono state trasferite all'interno del Museo archeologico dei Campi Flegrei dove l'ambiente è stato ricostruito. Al loro posto sorgono oggi delle copie che rispecchiano esattamente la vecchia disposizione degli originali.
Inoltre si trovano sommersi i resti dei porti di Baia ed il Portus Julius. Poco a nord aveva sede il porto di Capo Miseno, nel quale si raccoglieva la flotta imperiale romana.
Ancora visibili ai sommozzatori, mosaici, sculture, tracce di affreschi, tracciati stradali, colonne, sommersi a circa 5 metri sotto il livello del mare.